Certificazione partecipata

CERTIFICAZIONE PARTECIPATA IN PUGLIA E BASILICATA

Negli ultimi anni in Italia si sono sviluppate e rafforzate diverse reti locali che rivendicano il diritto al cibo genuino e all’ autodeterminazione alimentare organizzando attivamente mercati contadini autogestiti, tramite l’alleanza produttori-consumatori (che preferiamo chiamare “fruitori per sottolineare un approccio non esclusivamente commerciale). In seno a queste reti si è andata determinando l’esigenza di un superamento del sistema di enti certificatori istituzionali del biologico, giudicato da fruitori e produttori insufficiente a garantire trasparenza nella filiera ed effettiva qualità e genuinità del prodotto finito.

Le reti hanno risposto ognuna in maniera autonoma e originale a questa esigenza, sviluppando percorsi particolari che hanno nomi diversi (controllo partecipato, garanzia partecipata, certificazione partecipata). Il comune denominatore di questi percorsi sta proprio nell’aggettivo. Il concetto di partecipazione prevede infatti il coinvolgimento diretto e dal basso di tutti gli attori del processo economico, ovvero produttori e consumatori, senza intermediazioni, intromissioni o interferenze di terzi. I risultati di questi percorsi, che spesso hanno portato ad esiti davvero interessanti, non rappresentano mai un “arrivo” definitivo, ma sono sempre tappe provvisorie, seppur importanti e significative, di un cammino progressivo e in divenire.

In Puglia e Basilicata, con la Fiera delle Autoproduzioni (dal 2004), il GAS “Nestor Machno” (dal 2007) e Movimento Terre-Rete delle Autoproduzioni Puglia e Basilicata (dal 2010), partiamo dal presupposto che chi lavora la terra partecipando al nostro progetto, a prescindere dal fatto che abbia o meno la certificazione biologica o che sia “a norma”, “in regola” o meno, conduca le proprie attività secondo una logica di rispetto e tutela del territorio, della natura, delle persone, di se stessi e di ogni essere vivente. Prendiamo le decisioni all’unanimità, secondo il principio del consenso “per promuovere un altro modello di economia e di vita, che metta al centro non il denaro ma le persone e le relazioni”, ripudiando ogni forma di sfruttamento, razzismo, fascismo, sessismo, omofobia e altre discriminazioni. Al fine di mettere in pratica tutto ciò abbiamo individuato una serie di strumenti e pratiche a nostra disposizione: le schede di autocertificazione di ogni produttore, singole e/o raccolte in un catalogo collettivo della rete, il prezzo-sorgente, le verifiche dirette in loco, la pratica del banco unico.

Le schede di autocertificazione sono il primo passo, minimo e indispensabile, per far fede all’impegno di trasparenza e informazione con i fruitori, gli altri produttori e altri soggetti sociali. All’interno della scheda, che ogni produttore può impostare liberamente come crede, sono contenute informazioni di base, quali la descrizione dell’azienda/realtà, i propri fini, ciò che produce, come produce, il prezzo-sorgente, ecc.

Il catalogo collettivo è la raccolta di tutte le schede di autocertificazione dei produttori aderenti alla rete e viene utilizzato, principalmente, ma non solo, quando si pratica il banco unico, per rendere più fruibili, le informazioni riguardanti i produttori, la rete e le loro pratiche.

Il prezzo-sorgente consiste nel dettagliare nello specifico tutte le cause e le motivazioni che hanno portato alla decisione del prezzo finale praticato sul prodotto, dai costi vivi (di produzione, trasformazione, confezionamento, distribuzione, ecc.) ad un’eventuale spiegazione dell’utile ricavato dalla differenza. Questo al fine di garantire la massima trasparenza possibile.

Le verifiche dirette in loco consentono di rendere più trasparenti e chiare a tutti le attività produttive degli aderenti. Le nostre sono realtà “aperte” e consentono a chiunque e in qualsiasi momento di farci visita (ovviamente nei limiti del buon senso e della decenza). Nelle visite sono presenti produttori affini (che si presume siano capaci più di altri di verificare le dichiarazioni fatte o di cogliere eventuali incongruenze) e i consumatori critici (grazie al supporto dei GAS), oltre che chiunque sia interessato. Questo soprattutto per quanto riguarda i nuovi aderenti che si affacciano alla rete. Per quanto riguarda i membri fondatori di Movimento Terre, tutti quanti hanno ricevuto almeno una visita di verifica, anche grazie al fatto che le nostre assemblee si svolgono a turno nelle realtà di ogni produttore.

La pratica del banco unico consiste nell’accorpare i vari banchetti/bancarelle dei produttori aderenti alla rete in un unico grande banco gestito da tutti i produttori o da una parte di essi. Esso è un forte segnale di presenza politica e un buono strumento di presentazione della Rete in contesti politici o culturali ritenuti interessanti. Viene utilizzato principalmente, ma non solo, nei mercati fuori regione come discreta soluzione logistica e permette di:

  • rendersi ben riconoscibili e distinti anche grazie a striscioni, apposite pannellature esplicative e altro materiale informativo;
  • ottimizzare il lavoro;
  • rendere le pratiche produttive di ogni produttore più affini e famigliari l’un l’altro;
  • affiatare il gruppo;
  • rendere ognuno più responsabile, anche dei prodotti altrui;
  • essere compatti e uniti in caso di autodifesa da agenti esterni vari che possono mettere a rischio la possibilità di fare mercato.

Mediante queste ed altre pratiche, partendo dall’autocertificazione di ogni singolo produttore, siamo approdati al concetto di certificazione partecipata, in cui ogni produttore della rete (ma anche consumatore consapevole) è in qualche modo responsabile di ciò che è scritto su ogni singola scheda e di ciò che si vende su ogni singolo banco. Come si diceva prima, i risultati di questi percorsi non sono mai definitivi, né hanno la pretesa di essere perfetti. Nessuno ha la verità in tasca ma ciò che è importante è che sono i risultati del nostro percorso autonomo e indipendente. Un percorso che, anche grazie al confronto e al dialogo con le altre reti, non smette mai di crescere e di rinnovarsi.

N.B. Richiedere la scheda di adesione all’indirizzo: movimentoterre@autoproduzioni.net